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Mappa di comunità

Mappa di comunità

Cos’è?

Solitamente, la mappa di comunità è uno strumento con cui gli abitanti di un luogo rappresentano il patrimonio, il paesaggio, i saperi in cui si riconoscono e che desiderano trasmettere alle nuove generazioni.
La mappa racconta come la comunità si vede, a cosa attribuisce valore, quali sono le sue memorie ma anche qual è la sua realtà attuale (con problemi e difficoltà) e quali le visioni future.
Noi abbiamo voluto capovolgere questo paradigma, immaginando un percorso che, anziché lavorare con tutta la comunità, si interfacciasse con chi la comunità la conosce bene e la vive nel profondo: le associazioni. Sono loro ad avere il privilegio di tessere relazioni con più fasce d’età e soprattutto più a lungo nel tempo.

Perchè l’abbiamo fatto?

Per capire le esigenze della comunità, i suoi punti forti e quelli deboli, prima di proseguire con il progetto.
Per coinvolgere da subito in modo attivo le associazioni, che possono farsi portavoce del progetto.
Per fornire materiale su cui lavorare ai referenti delle attività negli step successivi (murales e arte relazionale).
Per lasciare alle associazioni una “cassetta degli attrezzi” utile alle future riunioni del team.

Come l’abbiamo fatto?

Abbiamo organizzato due incontri da tre ore ciascuno.
Gli incontri si sono aperti sempre con degli ice-breaker, giochi “rompighiaccio” che hanno permesso alle persone di entrare in relazione prima di tutto tra loro. Nel primo incontro abbiamo proposto attività che permettessero di lavorare sul pensiero divergente, stimolando la sfera dei ricordi, della creatività, della narrazione e mappando la comunità attraverso parole, segni e immagini.
Il secondo incontro è stato dedicato agli strumenti operativi, in modo da lasciare alle associazioni una piccola cassetta degli attrezzi da usare alle loro riunioni. L’attività si è basata sulla tecnica dei “sei cappelli per pensare” dello psicologo Edward De Bono, che permette di affrontare i problemi con approcci diversi (neutro, negativo, positivo, creativo, logico, emotivo).
Dopo gli incontri, abbiamo prodotto un “cruciverbone” con le parole chiave, scritto una storia che nasconde i tratti salienti della comunità e disegnato una mappa astratta basata sulle sue peculiarità emotive e percettive.

Chi l’ha fatto?

Claudia Cantarin è la fondatrice di Doppiofilo, studio che intreccia la cultura materiale con quella immateriale, il design e l’educazione.

“Il lavoro ha funzionato molto bene in comunità già unite, un po’ meno bene dove la comunità è disgregata o le associazioni non sono abituate a lavorare insieme in modo coordinato. Non è un giudizio di valore, anzi, l’obiettivo di questo laboratorio era proprio offrire degli strumenti e una visione d’insieme che magari le comunità da sole non avevano ancora sviluppato.”

Claudia CantarinDesigner e educatrice

Attività svolte

Romans d’Isonzo, febbraio / marzo 2022
Pasian di Prato, marzo 2022
Pozzuolo del Friuli, marzo 2022
Lignano Sabbiadoro, marzo / aprile 2022
Mortegliano, aprile 2022
Fagagna, maggio 2022